
L’intolleranza al glutine è un disturbo che si manifesta su oltre il 6% della popolazione. Essere intolleranti al glutine comporta sintomi simili alla celiachia, ma questo non significa essere affetto da tale patologia. Potrebbe infatti trattarsi, al contrario della celiachia, di una situazione transitoria, che può risolversi in breve tempo seguendo un’alimentazione priva di glutine.
La celiachia invece, è una intolleranza permanente al glutine. Nei soggetti celiaci, l’assunzione costante del glutine porta all’appiattimento dei villi intestinali, impedendo il normale assorbimento delle sostanze nutritive, provocando diversi scompensi e carenze .
I sintomi tipici sono mal di pancia, gonfiore addominale, dissenteria, anemie, cali di peso, arresto della crescita nei bambini.
L’alimentazione priva di glutine è l’unica terapia da seguire, ma va fatta a vita; anche piccole tracce di glutine possono essere dannose; se la dieta viene seguita in modo rigoroso dopo alcuni mesi i villi intestinali ritornano alla normalità e così i normali processi di assorbimento a livello intestinale.
Cos’è il GLUTINE? Il glutine è un composto proteico che si origina, in presenza di acqua, dall’unione di alcune proteine presenti in alcuni cereali, dette prolamine e glutenine. La prolamina del grano è la gliadina, dell'orzo l'ordeina, della segale la secalina, dell'avena l'avenina.
Quali sono i cereali che contengono glutine?
Il frumento, il farro, il kamut, la segale, l’avena, ?l’orzo, la spelta e la triticale
Quali cereali non contengono Glutine?
Riso, mais, tapioca, quinoa, miglio, patate , tutti i legumi ( lenticchie, fagioli, ceci, fave, piselli), grano saraceno, sesamo, soia.
Quali i test per la diagnosi?
I primi esami da eseguire nei casi di sospetta celiachia riguardano la ricerca sul sangue di specifici ANTICORPI, L’ANTIGLIADINA (AGA), L’ANTITRANSGLUTAMINASI ( tTG) e L’ANTIENDOMISIO (EMA).
Per una conferma definitiva della malattia celiachia, sarà però necessaria una gastroscopia, attraverso la quale verrà prelevata una piccola porzione del tessuto intestinale al quale verrà eseguito un esame istologico per valutare lo stato di danneggiamento e atrofia dei villi.
Attualmente esistono dei TEST GENETICI , utili perché la celiachia per svilupparsi richiede una predisposizione genetica; si tratta di test solo predittivi, non sono pertanto in alcun modo diagnostici, cioè non in grado di stabilire se una persona svilupperà la patologia, ma forniscono indicazioni che consentono di suggerire consigli utili ad aumentare la probabilità di mantenersi in buona salute.
L’analisi consiste nella ricerca di 2 geni (DQ2 e DQ8), la cui presenza caratterizza oltre il 95% dei pazienti celiaci. Nei pazienti con positività per il DQ2o per il DQ8 è possibile stabilire una compatibilità con la malattia prima ancora della comparsa dei sintomi clinici e di conseguenza prevenirne l’insorgenza con una dieta appropriata.
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