L'intolleranza al glutine e la celiachia

ven 04 gen 2013
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L’intolleranza al glutine è un disturbo che si manifesta su oltre il 6% della popolazione. Essere intolleranti al glutine comporta sintomi simili alla celiachia, ma questo non significa essere  affetto da tale patologia. Potrebbe infatti trattarsi, al contrario della celiachia, di una situazione transitoria, che può risolversi in breve tempo seguendo un’alimentazione priva di glutine.

La celiachia invece, è una intolleranza permanente al glutine. Nei soggetti celiaci, l’assunzione costante del glutine porta all’appiattimento dei villi intestinali,  impedendo il normale assorbimento delle sostanze nutritive,  provocando diversi scompensi e carenze .

 I sintomi tipici sono mal di pancia, gonfiore addominale, dissenteria, anemie, cali di peso, arresto della crescita nei bambini.

L’alimentazione priva di glutine è l’unica terapia da seguire, ma va fatta a vita; anche piccole tracce di glutine possono essere dannose; se la dieta viene seguita  in modo rigoroso dopo alcuni mesi i villi intestinali ritornano alla normalità e così i normali processi di assorbimento a livello intestinale.

 Cos’è il GLUTINE?  Il glutine è un composto proteico   che si origina, in presenza di acqua, dall’unione   di alcune proteine presenti  in alcuni cereali, dette prolamine  e glutenine.  La prolamina del grano è la gliadina, dell'orzo l'ordeina, della segale la secalina, dell'avena l'avenina.

 Quali sono i cereali che contengono glutine?

Il frumento, il farro, il kamut, la segale, l’avena, ?l’orzo, la spelta e la triticale

 Quali cereali non contengono Glutine?

Riso, mais, tapioca, quinoa, miglio, patate , tutti i legumi ( lenticchie, fagioli, ceci, fave, piselli), grano saraceno, sesamo, soia.

 Quali i test per  la diagnosi?

I primi esami da eseguire nei casi di sospetta celiachia riguardano la ricerca  sul sangue di specifici ANTICORPI, L’ANTIGLIADINA  (AGA), L’ANTITRANSGLUTAMINASI ( tTG) e L’ANTIENDOMISIO (EMA).

Per una conferma definitiva della malattia celiachia, sarà però necessaria una gastroscopia, attraverso la quale verrà prelevata una piccola porzione del tessuto intestinale al quale verrà eseguito un esame istologico per valutare lo stato di danneggiamento e atrofia dei villi.

Attualmente esistono  dei  TEST GENETICI , utili perché la celiachia per svilupparsi richiede una predisposizione genetica; si tratta di test  solo predittivi, non sono pertanto in alcun modo diagnostici,  cioè non in grado di stabilire se una persona svilupperà la patologia, ma forniscono indicazioni che consentono di suggerire consigli utili ad aumentare la probabilità di mantenersi in buona salute.

L’analisi consiste nella ricerca di 2 geni (DQ2 e DQ8), la cui presenza caratterizza oltre il 95% dei pazienti celiaci. Nei pazienti con positività per il DQ2o per il DQ8 è possibile stabilire  una compatibilità  con la malattia prima ancora della comparsa dei sintomi clinici e di conseguenza prevenirne l’insorgenza con una dieta appropriata.

 

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