Una sana alimentazione è fatta dei sapori della propria terra e delle proprie tradizioni. Sapori legati alla zona in cui si vive, al clima e alla ciclicità delle stagioni.
L’autunno è il tempo delle castagne e delle melagrane
La castagna prende il suo nome da quello di un’antica città della Grecia, che sorgeva al centro di estesi castagneti.

Grazie al loro notevole valore energetico, in passato le castagne erano considerate un dono preziosissimo della natura perché potevano sfamare negli inverni più rigidi, venivano infatti utilizzate come elemento integrativo o più spesso sostitutivo degli alimenti più nutrienti, come per esempio il frumento.Oggi, abbiamo perso questa tradizione e con essa, il reale valore di questo frutto che dal punto di vista nutrizionale può essere paragonato ad un cereale per la quantità di carboidrati che contiene.
Un errore che comunemente commettiamo è quello di consumare le castagne nei momenti di pausa, ad esempio a merenda o a fine pasto. Il modo migliore per consumarle è invece come pietanza principale, nel numero di circa 10, in sostituzione del pane o della pasta o della frutta, accompagnata da una porzione proteica e da verdure di stagione crude o cotte. Sono ottime sia crude che bollite che cotte sulla fiamma .
Le castagne svolgono preziosissime azioni sul nostro organismo: sono per esempio un ottimo disintossicante, in quanto riducono la formazione di cataboliti acidi nei tessuti.
Hanno eccezionali proprietà nutrizionali: contengono potassio, fosforo, calcio, sodio e ferro, contribuendo ad apportare energia e sali minerali, per cui saranno consigliate nelle convalescenze, nei casi di astenia, nelle condizioni di stress e nelle anemie. Per il consistente contenuto in vitamina B2, utile per la salute della pelle, del fegato ed in generale per il nutrimento di tutte le cellule, la castagne si riveleranno utili nelle dermatiti e nei disturbi circolotori. E' inoltre uno dei frutti più ricchi in vitamina PP, preziosa come equilibrante del sistema nervoso, particolarmente indicata nella demenza senile, nelle sindromi depressive e psicotiche o nei disturbi del tono dell’umore
Ad alcune persone possono creare un eccesso di meteorismo legato alla fermentazione intestinale degli amidi, questo perché nella maggior parte dei casi vengono consumate nei momenti sbagliati, a merenda oppure a fine pasto.
Sono controindicate nei casi di stipsi, nel diabete e nell’obesità .
Il melograno (Punica granatum L.) è una pianta antichissima ed originaria dell'Asia Occidentale (Afganistan e Persia),

Sui suoi rami da maggio a luglio, si sviluppano bellissimi fiori rossi formati da 5-8 petali. Il frutto, la melagrana, è una bacca con buccia spessa, di color giallo con sfumature rosso-arancio, che all’interno è formata da varie cavità (da 7 a 15) separate da membrane, contenenti moltissimi semi di forma prismatica, ricoperti da una polpa rossa e trasparente, molto succosi e aspri.
La melagrana, ricca di Vitamina A e C, ferro, povera di sodio e fosforo, si rivela utile nelle sindromi da raffreddamento, nei disturbi della microcircolazione capillare, quindi cellulite, ritenzione idrica, e nelle patologie oncologiche e degenerative. Per il basso contenuto in zuccheri e per l’azione ipocolesterolemizzante e ipoglicemizzante può essere consumata anche dai diabetici e dalle persone con alterazioni dell’assetto lipidico (Colesterolo e trigliceridi alti).
Infine, essa è dotata di un’azione terapeutica nelle parassitosi, grazie al suo contenuto in pelletierina, sostanza altamente tossica per la tenia ed altri vermi intestinali.
Puo’ essere consumata sia intera che sotto forma di succo che però, per l’assenza dei semini, tende a rimanere più zuccherino.
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